Sonia Shah, Oro nero, breve storia del petrolio – Mondadori

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Di seguito solo citazioni:

Liberando il petrolio dalla sua tomba silenziosa e bruciandolo, immettiamo di nuovo nell’atmosfera il carbonio intrappolato negli idrocarburi che lo compongono. Durante l’ultima glaciazione il manto di carbonio presente nell’atmosfera era spesso solo la metà di quello odierno.

La prima cosa che gli umani notarono fu un rumore ultraterreno. Il gas naturale filtrava attraverso fessure sotterranee restituendo un eco spettrale. Agli antichi abitanti della regione, se si stendevano a terra e appoggiavano l’orecchio sembrava di sentire le voci degli dei degli inferi. […] trovarono anche il petrolio liquido ma lo giudicarono inutile. Plinio scrisse che era troppo facilmente infiammabile e perciò “inadatto ad essere utilizzato”.

Una volta scoperto abbiamo cominciato a sguazzarci, consumandolo a una velocità 100.000 volte superiore a quella che ci vorrebbe perché si rigeneri.

I treni di oggi necessitano di 210 chilocalorie di energia per muovere una sola persona di un chilometro e mezzo. La bicicletta ci riesce con appena 20 chilocalorie, la quantità di carburante contenuta in un morso di banana.

L’ambiente annerito di Londra, la capitale mondiale del carbone, era diventato letale. Le falene forse sarebbero riuscite ad adattarsi – è famoso il caso della bistum betularia che cambio colore per mimetizzarsi con gli alberi scuri e spogli di licheni della città – ma la gene no. […] Quando la coltre di smog finalmente si alzò, una settimana dopo, erano morte più di 4000 persone.

Le tecniche agricoleoccidentali, dipendenti dal petrolio, avevano preso piede, e chi se l’era cavata coltivando il proprio cibi su ppiccoli appezzamenti aveva visto le sue terre spianate dalle macchine, irrorate di fertilizzanti e pesticidi, e i raccolti delle mmonocolture portati via con camion e aerei. Tutto grazie al petrolio.

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